Le fotografie sono ormai alla portata di tutti grazie all’avvento del digitale che ha permesso di renderne più veloce la visualizzazione e la diffusione e che ci mette a disposizione una quantità infinita di automatismi che prima non erano immaginabili. Ricordate quando l’unico modo per visualizzare in tempi brevi una foto era quello di usare una Polaroid, sulla quale magari andavamo a scrivere nella parte bianca in basso l’ora e il luogo dello scatto?
Grazie alle macchine digitali tutto questo è possibile con un solo click. Nel momento dello scatto della foto, infatti, in automatico le macchinette fotografiche digitali aggiungono delle informazioni di diversa natura alla foto. Tutte queste informazioni vengono scritte sul file fisico della foto secondo diversi standard tra cui EXIF, XMP, IPTC IIM, DISC, Mpeg-7, NISO ecc.
Il formato più diffuso è quello EXIF tramite il quale si può accedere alle informazioni sulla struttura dei dati che codificano l’immagine (dimensioni, orientamento, numero di bit per pixel, ecc.), alle impostazioni della fotocamera in fase di ripresa (esposizione, diaframma, ISO, lunghezza focale, modello e marca della fotocamera, ecc.) alla data, all’ora e alle coordinate geografiche (se la fotocamera è provvista di dispositivo GPS), all’autore, al copyright ecc.
Una applicazione immediata per fruttare le informazioni estese (i dati EXIF) delle fotografie è quella di poterle catalogare e ricercare, ad esempio per tipo di lente utilizzata, o per luogo dove le abbiamo scattate. Ad aiutarci in questo ci sono diversi software come Adobe Lightroom, Picasa, ACDSee e tanti altri, che oltre a gestire i dati contenuti nelle foto, ci permettono anche di modificarli per una migliore gestione, come ad esempio la possibilità di inserire parole chiave per una corretta catalogazione delle immagini. Ma di questo magari parleremo in un post dedicato.
Link ufficiali ai vari standard per i dati estesi:
Un pensiero su “Le foto e i metadati, cosa sono e come possiamo gestirli.”